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Maria Russo-Dixon : l'interview censurée 1972

  • L'INTERVIEW CENSUREE DE CHUCK : - Partie 5 et fin : " PROPOS LIBRES "

    Aujourd'hui, nous arrivons à la fin de l'interview de Chuck. Excellente réussite de Keith Howes et de son collègue.

    Nous découvrons ici, un Chuck en liberté... Les propos "crus" ne lui font pas peur. Il appelle un "chat" un "chat". 

    Dois-je une fois de plus souligner l'intelligence, la culture, le réalisme et l'ouverture d'esprit de notre Charlton Heston ? Il va droit au but et ne dissimule pas sa sensibilité et ses déceptions en cours de carrière. Nous sommes en 1972, sa carrière est loin d'être finie mais déjà à travers ses propos, nous pouvons deviner une certaine amertume et gravité. 

    Oui, Charlton Heston était décidément, brillant !

    Je souhaite avoir été au plus près des propos de Charlton Heston et que l'Esprit soit au plus près de la Lettre.

    Maria a fait la transcription de l'interview en anglais de Chuck. Puis elle l'a traduite en italien sa langue maternelle, qu'à mon tour j'ai traduit en français avec le plus grand sérieux, mais avec mes faibles moyens linguistiques. 

    Après les écrits, voici le son... Plus d'une heure d'écoute.

    (Interview publiée sur YOU TUBE par William Brougham)

    https://www.youtube.com/watch?v=GhbSkcEjV7Y&t=365s

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    (Keith Howes)

    QUINTA PARTE : "Parole in libertà"

    (uno dei giornalisti chiede dei progetti artistici)

    << Ritorno al teatro con “The Crucible” (“il Crogiolo”) di Arthur Miller, uno dei più bei testi del teatro americano, dopo “morte di un commesso viaggiatore”. Lo sto mettendo in scena per l’Ahmason Theatre qui a Los Angeles.

    Naturalmente amo il cinema dove ho ancora molto da imparare ed offre tante occasioni creative. Ma il cinema è il terreno del regista, mentre il teatro è il vero regno dell’attore e comunque intendo rinnovare appunto il mio passaporto per l’arte drammatica. Ritornando a Soylent Green e alla assenza che il potere ha in un mondo sovraffollato, tanto da limitare perfino l’attività investigativa. Anche se vivere  sembra avere poche possibilità. E tutto è legato all’eccesso di popolazione. Si potrebbe dire che “The womb is more powerful than a bomb” (il grembo è più potente di una bomba. Finisce col generare problemi interni ed esteri. Come i problemi tra le diverse nazioni che risentono  che risentono del rispettivo aumento degli abitanti. Ed ancora i problemi della terza età, quelli tra comunità, perfino problemi sindacali.

    Ora è il momento della Cina, che fa pressione su Hong Kong, proprio per il grande aumento dei cittadini cinesi (N. D. t.. Ricordiamo che Heston  ha rilasciato questa intervista nel 1972, quando Hong kong era ancora colonia inglese). E in Russia la carenza di grano deriva dallo stesso problema. Come in generale  i danni portati dell’inquinamento. Addirittura una specie di frustrazione nell’ambito sessuale per la carenza di spazio individuale.>>

    (Il giornalista cambia argomento ricordando le critiche che in Inghilterra ha avuto il suo “Antonio e Cleopatra”.

    Il critico del “Times” avrebbe preferito addirittura una Cleopatra  di pelle scura)

    << storicamente Cleopatra non era né negra né egiziana. Cleopatra era di stirpe e di origine greca. Contrariamente alla lettera apparsa  sul “Los Angeles Time”, non esiste una tradizione Shakespeariana che pretenda di portare sulla scena una Cleopatra dalla pelle scura, addirittura negra. Al massimo la si può presentare come una Cleopatra che in alcune situazioni indossi vesti egiziane. Non c’è nessuna discussione sull’origine greca della regina. Shakespeare può alludere a molte cose, ma quando Cleopatra deve incontrare Antonio, chiede che le vengano portate le lussuose vesti appunto di una regina egiziana . nel mio film Cleopatra indossa il Chitone greco e i suoi capelli rievocano pettinature greche. Sono da attendersi critiche di questo tipo, quando si mettono le mani su un grande personaggio shakespeariano come Cleopatra. Diceva Franklin Delano Roosevelt : “ Se non cisi vuole scottare, si stia fuori dalla cucina.”….

    Per quanto riguarda il film, credo che il pubblico sia rimasto turbato dal fatto che Hildegarde Neil appaia con costumi greci e non sia inglese.

    Le stesse eccezioni vennero sollevate quando anni fà portai in scena il personaggio di Macbeth nelle Bahamas, per la regia di Burgess Meredith. E’ noto che spesso gli abitanti delle colonie inglesi si sentano più inglesi degli inglesi. Ad un party mi si avvicinò una signora mentre sorseggiavo il mio whisky e mi chiese perché avessi scelto io, americano, di interpretare un personaggio shakespeariano, come appunto Macbeth. Privo un po’ di esperienza, risposi che l’avevo scelto perché è una gran bella parte .

    (giornalista sottolinea che gli americani sono in un certo modo vicini all’inglese elisabettiano)

    << E’  vero. Quando interpretai il ruolo di Gordon in “Khartoum” mi preoccupai di usare non un generico accento inglese, ma quello tipico dei militari del periodo vittoriano. In effetti molti dei personaggi di Shakespeare non sono nemmeno inglesi. A partire da Macbeth che è scozzese. Antonio naturalmente non parlava inglese, ma lo fa sulla scena  perché l’inglese è comunque la lingua del teatro. Gli attori elisabettiano non parlavano di certo l’inglese di oggi. Ho chiesto ad un linguista il quale ritiene che l’inglese elisabettiano si sia conservato per anni in piccole “enclaves” tra il Tennessee e il North Carolina, dove si stanziarono i primi coloni inglesi che tra il 1600 e il 1700 cominciarono a popolare il  continente nordamericano. Essi portarono con se la lingua che parlavano nella loro patria. Sino agli anni ’30 di questo secolo questa stessa lingua si poteva ascoltare nelle ballate popolari, in realtà antichi canti elisabettiani. Si può essere d’accordo su questo punto

    Nella mia carriera ho interpretato tanti personaggi e, da quando ho lasciato la scuola, ho capito che la materia più importante è la Storia. Spesso uno scrittore cerca di ricostruire i tempi antichi e le tradizioni di un periodo storico, ma a volte manca di far rivivere la morale comune di quei tempi. Così film ambientati nel Medioevo o nei tempi della classicità greca o romana propongono un’idea di libertà certamente contraria all’idea di schiavitù. Ma questa faceva parte della morale comune. E né Socrate, né Platone né Aristotele si sono mai posti il problema. Mai hanno aperto la bocca a questo proposito.

    Alcuni anni fa feci un film prodotto da Seltzer ,“The War Lord”, ambientato nel primo medioevo e ho cercato di riportare in vita non solo l’architettura e le condizioni di vita della gente, ma anche la morale  del tempo. La popolazione degli strati più bassi non avevano affatto l’idea di ribellarsi alla loro condizione.. Se il cavaliere mandato dal re occupava il castello, questo era un suo diritto e i servi accettavano il prevalere del cavaliere  come un fatto del tutto naturale. Si può dire che anche loro fossero uomini alienati, costretti ad agire in un certo modo dalla condizione in cui si trovavano a vivere. Ed anche io, parlando con la ragazza che oramai divide il mio letto, mi riferisco alla infelicità della vita che sono costretto a vivere, avendo come fredda sposa del mio talamo la mia spada. Anche il castello non era una sfarzosa ricostruzione hollywoodiana. Era un edificio fatiscente e lurido, pieno di cattivi odori che sembrano coinvolgere gli spettatori anche solo con il personaggio dello scudiero interpretato da Richard Boone. Sembrava lui stesso emanare quel cattivo odore.

    Anche se Schaffner è un grande regista, il film non è riuscito come volevamo, almeno nella sua edizione definitiva. Diversa invece l’edizione montata da Schaffner. Stessa cosa per “Major Dundee”. Entrambi film a poca distanza temporale l’uno dall’altro. Ritornando al film di Schaffner, l’idea che la ragazza sarebbe stata restituita al suo popolo era del tutto contraria al sentire comune di quel momento storico. Nella prima versione del film vi sono in alcuni punti battute o immagini che sottolineano questa impossibilità….>>

    (il giornalista trova che alcuni momenti particolari si possono trovare anche in “Dundee”)

    <<… davvero pensa che sia così? Anche “Dundee” è stato in parte deludente. Il fatto è che Peckinpah aveva in mente il film che si apprestava a girare “The Wild Bunch”. Avevo grandi speranze per “Dundee” ed è stata una grande delusione vederlo così smembrato e fatto a pezzi. Mi è costato un grande dispiacere. E non solo a me. Si ritrovano insieme le lacrime di molti del gruppo che creò e realizzò quel film….>>

    (il giornalista chiede cosa avrebbe fatto Heston se gli avessero chiesto di rifare il montaggio del film)

    << questo purtroppo è un  evento che non va preso in considerazione nel cinema .. per quanto riguarda l’arte cinematografica, l’attore non ha nessun potere sul prodotto finito. Nelle altre arti, se fossi un pittore e non mi costerebbe che pochi danari acquistare una nuova tela e altri colori e il mio committente dicesse che l’opera è bellissima, ma avrebbe preferito qualche variazione, come l’inserimento di un’altra figura, io potrei mandarlo a quel paese o distruggere il quadro con una mano di bianco sulla tela o, come alcuni pittori rinascimentali, accontentare il committente aggiungendo quella figura che desiderava. Forse un ritratto di se stesso. Ma il cineasta può solo andare dal produttore con l’idea di un film che costa una certa quantità di denaro e ad opera finita io non ho alcun diritto sul film. Posso lamentarmi delle decisioni del produttore e dire che la mia idea era migliore. Ma non ho alcun potere di influire sulle decisioni del vero proprietario. Il cineasta è un artista che non possiede i mezzi della sua arte.

    Al contrario nel caso di “Skyjacked” (film non amato affatto da Heston,  si vedanoi  a proposito di questo film le valutazioni che Heston fa nel suo “Journal” N.d.T.)  non ho avuto alcuna critica da parte della produzione, che invece apprezzò molto il film.

    Spero che lo stesso avvenga con questo film (“Soylent Green”). Altrimenti non mi rimane che accettare le decisioni dello Studio. Posso obiettare, accusare tutti di essere degli ignoranti privi di sensibilità. Ma devo accettare le loro decisioni. Perché sono loro, i finanziatori che hanno investito i loro soldi, ad essere i veri proprietari di questo film. Come ho obiettato per “The War Lord. I diritti appartengono al produttore. Infine il film è proprietà fisica dello Studio >>

    (il giornalista passa all’argomento del nudo da poco entrato nel cinema americano)

    <<…. Secondo quello che mi consente il contratto. Il nudo in effetti è un’aggiunta economica, ma spesso il nudo di per sé non migliora in niente il prodotto artistico Quando la legge ha ceduto un po’ sulla visione di un corpo umano

     Nudo, tutti, anche io ho creduto di aver conquistato una nuova libertà. Ma in effetti il nudo non si limita solo all’erotismo. Forse da un punto di vista del voyerismo. Il nudo è estetico se implica un coinvolgimento personale, ma guardandolo da casa su uno schermo forse televisivo soprattutto se è un nudo funzionale ad un rapporto sessuale.

    Il corpo umano nudo è uno spettacolo meraviglioso. Ma come scriveva Lord Chesterfield a suo figlio può diventare uno spettacolo ridicolo in riferimento agli atteggiamenti che si assumono durante il coito. La vista di una donna nuda distesa su un letto in una posizione da odalisca è una bellezza da togliere il fiato. La stessa donna, se assume le posizioni del coito alzando e allargando le gambe,, come diceva Lord Chesterfield, diventa ridicola.

    Altra cosa l’uso del corpo nudo se si mira ad indicare una particolare situazione. Come in “Planet of the Apes” nella scena del processo la nudità imposta a Taylor dalle scimmie è simile all’indifferenza che le scimmie dimostrano verso l’Homo Sapiens. La stessa che proviamo noi verso un cagnolino  ed è una volontà di mostrare l’appartenenza dell’uomo al genere animale. Un uomo nudo circondato da scimmie non può che sottolineare la sua personale fragilità.

    Ed era quello l’intento della scena. Il sesso nelle sua funzionalità non ha mai interessato se lo scopo è dimostrare la pochezza e l’alienazione della sessualità attiva>>.

    (il giornalista suggerisce che possa essere una forma di comunicazione come in “Blow Up” heston ritiene che Blow Up abbia un forte senso di ironia)

    <<…In genere il nudo rappresenta una scorciatoia per rinvigorire l’interesse dello spettatore.

    In Antonio e Cleopatra è ovvio che si rappresenti in qualche modo anche la congiunzione carnale, ma non certo con il nudo. E’ ovvio che i due amanti comunichino anche attraverso il corpo, tuttavia non è necessario per gli attori denudarsi in scena. Ma se lo immagina al tempo di Shakespeare quando i personaggi femminili erano interpretati da ragazzini, una Cleopatra togliersi gli abiti di dosso ?....>>

    FINE

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    ... SUITE ET FIN

    (un des journalistes lui demande ses projets artistiques)

    << Retour au théâtre avec " Les sorcières de Salem " d'Arthur Miller, l'un des plus beaux textes du théâtre américain, après " Mort d'un commis voyageur ". Je vais le mettre en scène pour le théâtre Ahmason ici à Los Angeles.

    Bien sûr, j'adore le cinéma, où j'ai encore beaucoup à apprendre et qui offre tant d'opportunités créatives. Mais le cinéma est le terrain du réalisateur, alors que le théâtre est le vrai royaume de l'acteur, et en tout cas j'ai l'intention de renouveler mon passeport pour l'art dramatique. Revenons à " Soylent Green " et à l'absence de pouvoir dans un monde surpeuplé, tellement même, que  l'activité d'investigation est limitée, même si vivre semble avoir peu de possibilités. Et tout est lié au surpeuplement des populations. On pourrait dire que « “The womb is more powerful than a bomb”» (l'utérus est plus puissant qu'une bombe). Cela finit par créer des problèmes internes et externes. Comme les problèmes entre les différentes nations qui sont affectées par l'augmentation de leur population. Et toujours les problèmes des personnes âgées, ceux de la communauté, même les problèmes syndicaux.

    C'est maintenant le moment de la Chine, qui fait pression sur Hong Kong juste pour la grande augmentation de la population chinoise (NDT. Nous rappelons que Heston a publié cette interview en 1972 alors que Hong Kong était encore une colonie anglaise). Et en Russie, la pénurie de blé vient du même problème. Comme en général les dommages causés par la pollution. Même une sorte de frustration sexuelle par le manque d'espace individuel.>>

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    (Le journaliste change de sujet, rappelant les critiques que l'Angleterre lui a faites pour son "Antoine et Cléopâtre".

    Le critique du Times aurait préféré même que Cléopâtre ait une peau sombre )

    <<Cléopâtre n'était ni noire ni Egyptienne historiquement. Cléopâtre était de souche et d'origine grecque. Contrairement à l'article paru sur le "Los Angeles Times", il n'existe pas de tradition Shakespearienne qui prétende amener sur la scène une Cléopâtre de peau sombre à vraiment noire. Tout au plus, peut-elle être présentée dans certaines situations comme une Cléopâtre avec des vêtements égyptiens. Il n'y a pas de discussion sur l'origine grecque de la reine. Shakespeare peut faire allusion à beaucoup de choses, mais quand Cléopâtre rencontre Antoine, elle demande qu'on lui apporte les vêtements luxueux d'une reine égyptienne. Dans mon film, Cléopâtre porte le chiton grec et ses cheveux rappellent les coiffures grecques. De telles critiques sont à prévoir quand vous mettez la main sur un grand personnage shakespearien comme Cléopâtre. Franklin Delano Roosevelt a déclaré : "Si vous ne voulez pas vous brûler, sortez de la cuisine."

    En ce qui concerne le film, je crois que le public a été perturbé par le fait que Hildegarde Neil apparaît en costume grec et n'est pas anglaise.

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    Les mêmes réserves ont été soulevées quand il y a des années j'ai joué sur scène le personnage de Macbeth aux Bermudes, dirigé par Burgess Meredith. Il est bien connu que les habitants des colonies anglaises se sentent souvent plus anglais que les Anglais. Lors d'une fête, une dame s'est approchée de moi alors que je sirotais mon whisky et me demanda pourquoi étant Américain, je m'étais choisi pour interpréter un personnage shakespearien, comme Macbeth. Ayant peu d'expérience, j'ai dit que je l'avais choisi parce que c'était un super rôle. >>

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     (Un journaliste souligne que les Américains sont assez proches de l'anglais élisabéthain)

    <<C'est vrai. Quand j'ai interprété le rôle de Gordon dans «Khartoum», je me suis préoccupé de ne pas utiliser un vague accent anglais, mais celui typique de l'armée de l'époque victorienne. En fait, beaucoup de personnages de Shakespeare ne sont même pas anglais. À part Macbeth qui est écossais. Antoine, bien sûr, ne parlait pas anglais, mais il le fait sur scène parce que l'anglais est toujours la langue du théâtre. Les acteurs élisabéthains ne parlaient pas l'anglais d'aujourd'hui. J'ai questionné un linguiste qui pense  que l'anglais élisabéthain  a été gardé pendant des années dans de petites "enclaves" entre le Tennessee et la Caroline du Nord, où les premiers colons britanniques  ont commencé à peupler le continent entre 1600 et 1700 en Amérique du Nord. Ils ont apporté avec eux la langue qu'ils avaient parlée dans leur patrie. Jusqu'aux années 30 de ce siècle, cette même langue pouvait être entendue dans les ballades folkloriques, en fait d'anciennes chansons élisabéthaines. Vous pouvez être d'accord sur ce point.

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    Au cours de ma carrière, j'ai joué tellement de personnages et depuis que j'ai quitté l'école, j'ai réalisé que la chose la plus importante est l'Histoire. Souvent, un écrivain tente de reconstituer les temps anciens et les traditions d'une période historique, mais il oublie  parfois de faire revivre la morale commune de ces temps. Ainsi, les films qui se déroulent au Moyen Age ou à l'époque des classiques grecs ou romains suggèrent une idée de la liberté, certainement contraire à l'idée d'esclavage. Mais cela faisait partie de la moralité commune. Et ni Socrate, ni Platon, ni Aristote n'ont jamais posé le problème. Ils n'ont jamais ouvert la bouche à cet égard.

    Il y a quelques années, j'ai fait un film produit par Seltzer, "The War Lord", qui se déroulait au début du Moyen Age. J'ai essayé de donner vie non seulement à l'architecture et aux conditions de vie mais aussi à la morale de l'époque. Les gens des couches inférieures n'avaient aucune idée de rébellion contre leur condition. Si le chevalier envoyé par le roi occupait le château, c'était son droit et les domestiques acceptaient la règle du chevalier comme une chose naturelle. On peut dire qu'eux aussi étaient des hommes aliénés, forcés d'agir d'une certaine manière, vu l'état dans lequel ils vivaient. Et aussi, me référant au malheur de ma vie, j'explique à la fille qui vient dans la chambre nuptiale pour partager ma couche, que j'ai été obligé de vivre de longues années, avec pour compagne, cette froide épée. Même le château n'était pas une brillante reconstitution hollywoodienne. C'était un bâtiment délabré et enflammé, plein de mauvaises odeurs qui semblaient se mêler même au personnage de l'écuyer joué par Richard Boone. Il semblait émaner de lui, cette mauvaise odeur.

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    Bien que Schaffner soit un grand réalisateur, le film n'a pas été réussi comme nous le voulions, au moins dans sa version définitive. Différente par contre, l'édition montée par Schaffner. Il en est de même pour "Major Dundee". Les deux films étaient rapprochés l'un de l'autre dans le temps. En revenant au film de Schaffner, l'idée que la fille serait rendue à son peuple était complètement contraire au sentiment commun de ce moment historique. Dans la première version du film, il y a quelques clichés ou images qui soulignent cette impossibilité .... >>

    (Le journaliste trouve que certains moments spéciaux peuvent également être trouvés dans "Dundee")

    << Pensez-vous vraiment ainsi? Même "Dundee" était en partie décevant. Le fait est que Peckinpah avait en tête le film qu'il se préparait à tourner : "The Wild Bunch". J'avais de grands espoirs pour "Dundee" et ce fut une grande déception pour moi, de le voir si fragmenté et brisé. Cela m'a valu un grand chagrin. Et pas seulement moi. Il y a eu aussi sur le plateau de tournage, les larmes de beaucoup de gens de l'équipe qui avaient créé et réalisé ce film .... >>

    (Le journaliste demande ce que Heston aurait fait si on lui avait demandé de reprendre le montage du film)

    << c'est malheureusement une éventualité qui ne doit pas être considérée dans le cinéma. En ce qui concerne l'art cinématographique, l'acteur n'a aucun pouvoir sur le produit fini. Dans les autres arts, si j'étais peintre et que ça ne me coûte pas quelques dollars pour acheter une nouvelle toile et d'autres couleurs et que mon acheteur dise que le travail est beau mais aurait préféré une autre variante,comme l'insertion d'un autre personnage, je pourrais l'envoyer à ce client ou détruire le tableau avec un peu de blanc sur la toile ou, comme quelques peintres de la Renaissance, contenter l'acheteur en ajoutant cette illustration qu'il désire, peut-être un portrait de lui-même. Mais le cinéaste ne peut aller chez le  producteur qu'avec l'idée d'un film qui coûte une certaine somme d'argent et une fois l'oeuvre finie,  je n'ai aucun droit de regard sur le film. Je peux me plaindre des décisions du réalisateur et dire que mon idée était meilleure. Mais je n'ai aucun pouvoir pour influencer les décisions du véritable propriétaire. Le cinéaste est un artiste qui n'a pas les moyens de son art.

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    Au lieu de cela, dans le cas de "Skyjacked" (NDT :un film pas vraiment aimé par Heston, voir à propos de ce film les notes qu'a faite Heston dans son "Journal") je n'ai pas eu quelque critique que ce soit de la part de la production qui apprécia par contre beaucoup le film.

    J'espère que la même chose arrive avec ce film ("Soylent Green"). Sinon, je peux juste accepter les décisions du Studio. Je peux objecter, accuser tout le monde d'être ignorant sans sensibilité. Mais je dois accepter leurs décisions. Parce qu'ils sont les bailleurs de fonds qui ont investi leur argent pour être les véritables propriétaires de ce film. Comme quand je me suis opposé à "The War Lord". Les droits appartiennent au producteur. Enfin, le film est la propriété physique du Studio >>

    (Le journaliste en arrive au sujet de la nudité récemment introduite dans le cinéma américain)

    << .... Selon ce que le contrat me permet. La nudité est un ajout économique, mais souvent la nudité n'améliore pas en soi le produit artistique Quand la loi sur la vision d'un corps humain nu, a été abandonnée, comme tout le monde j'ai cru aussi avoir une nouvelle liberté.  Mais en fait, la nudité n'est pas limitée à l'érotisme. La nudité est esthétique si elle implique une participation personnelle, mais elle peut devenir du voyeurisme, en la regardant à la maison sur un écran de télévision, surtout si c'est une scène de relation sexuelle.

    Le corps humain nu est un spectacle merveilleux. Mais, comme Lord Chesterfield l'a écrit à son fils, il pourrait devenir un spectacle ridicule en ce qui concerne les attitudes qui ont lieu pendant le coït. La vue d'une femme nue allongée sur un lit dans une position de l'Odalisque est d'une beauté à couper le souffle. La même femme prenant les positions du coït en élevant et en écartant les jambes, comme le disait Lord Chesterfield, devient ridicule.

    C'est autre chose si l'utilisation du corps nu sert pour indiquer une situation particulière. Comme dans "Planet of the Apes" dans la scène du procès, la nudité imposée à Taylor par les singes est similaire à la leur et montre l'indifférence qu'ils éprouvent envers l'Homo Sapiens. La même chose que nous ressentons à propos d'un chiot et c'est une volonté de montrer l'appartenance de l'homme au genre animal. Un homme nu entouré de singes ne peut que souligner sa fragilité personnelle.

     

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    Et c'était l'intention de la scène. Le sexe dans sa fonctionnalité, n'est jamais touché si le but est de montrer le bas niveau et l'aliénation de la sexualité active. "

    (Le journaliste suggère que cela peut être une forme de communication comme dans Blow Up.  Heston croit que Blow Up a un fort sens de l'ironie)

    << ... La nudité est généralement un raccourci pour revigorer l'intérêt du spectateur.

    Dans Antoine et Cléopâtre, il est évident que la conjonction charnelle est également représentée, mais certainement pas avec la nudité. Il est évident que les deux amants communiquent aussi à travers le corps, mais il n'est pas nécessaire que les acteurs soient nus sur scène. Mais imaginez-vous l'époque de Shakespeare où des personnages féminins étaient joués par des enfants, une Cléopâtre se déshabillant ? .... >>

    FIN

  • L'INTERVIEW CENSUREE DE CHUCK : D'OMEGA MAN A SOYLENT GREEN - Partie 4

    Nous voici presque arrivés à la fin de cette interview exceptionnelle. Dans quelques jours je publierai la cinquième et dernière partie.

    Dans cette quatrième partie, nous découvrons un Chuck nous parlant de sa crainte de "l'effet de serre" dans le futur.... et c'était en 1972.  Chuck visionnaire ?

     

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    (Keith Howes)

    QUARTA PARTE : "...secondo me"

     

    << Parliamo di fantascienza e di “Omega Man”. E’ stata una grande delusione. Credo sia il desiderio di ogni uomo di essere l’ultimo essere vivente sulla terra. Personalmente mi chiedevo se in me stesso avrei trovato abbastanza risorse per essere davvero l’ultimo uomo sulla terra. Per questo la storia mi interessava. Come il personaggio di Robinson Crusoe, anche lui unico essere vivente Il caso (di Omega Man) poneva a me delle domande artistiche e tecniche su come interpretare un personaggio simile.

    Il parlare a se stesso  richiede delle formule recitative particolari. Frasi spezzate, parole isolate, a volte veri e propri nonsense. Difficile davvero parlare a se stessi, difficile usare questa modalità verbale per trasmettere un messaggio ad interlocutori inesistenti.  Risolvere questo problema era davvero interessante. Come avrei potuto risolvere il problema di interpretare  quel personaggio, facendo uso delle sue sole capacità mentali, che gioca a scacchi con un busto di Cesare e nella sua casa vive come in una fortezza piena di capolavori artistici, ovviamente sottratti ai musei della città. Ricostruendo le memorie del passato vedendo e rivedendo l’unico film in programmazione “Woodstock” nell’unico cinema attivo.

    E’ la parte più singolare del film, i primo terzo dell’intera pellicola. Poi arriva il necessario antagonista, la “famiglia di Mathias”. Per questi oscuri personaggi io avevo immaginato una dimensione quasi onirica, come  forme che si muovono nel buio del dormiveglia, percepibili appunto nei limiti tra sogno e veglia. Invece nel film sono diventati personaggi quasi del tutto reali, ben delineati e del tutto percepibili allo spettatore, con un loro trucco e una luce che ne delinea i volti. Una inversione del genere è comune nel mondo cinematografico, in quella specialissima arte di cui l’artista non ha il possesso dei mezzi. Se un pittore cerca di vendere un suo quadro e l’acquirente gli richiede di modificarlo, magari aggiungendo un altro personaggio o un suo ritratto, il pittore può assecondare la richiesta , come facevano i pittori rinascimentali, distruggere la parte figurativa con una mano di bianco sulla tela o semplicemente cambiare idea e tenersi il quadro….

    ( Giornalista- Eppure il film che sta girando ora propone una verità che sembra modificata , cambiando il finale proposto nel romanzo )

    … no, si rimane nel senso generale di questo mondo sovrappopolato, il finale rimane collegato al senso del film abbiamo discusso per ore se in una società come questa una forma di governo deve o non deve esistere. Abbiamo rinunciato a inserire una qualche forma di governo o di potere in generale, per non entrare nella solita rappresentazione di uno stato fascista che si impone sul popolo. In realtà il potere centrale è già lentamente scivolato nell’anarchia. In un mondo così fittamente abitato il potere in senso lato non riesce a raggiungere i cittadini forse lo può in parte solo il potere locale, il governatore di uno stato, il sindaco di una città. C’è un’allusione appunto al senso di anarchia quando il mio superiore cita il numero di omicidi avvenuti in città nei due giorni di indagine che mi ha concesso e per i quali non si è dato il via nemmeno ad un tentativo di indagine.

    In un certo modo questo mondo è simile a quanto si poteva osservare negli ultimi anni dell’Impero Romano. Roma non è caduta per le tante invasioni, quanto per l’enorme estensione  che lo rende ingovernabile. Ho letto traduzioni di lettere scambiate tra le autorità romane e i  Romano-Britannici. Entrambi si lamentano del caos burocratico.

    Ad un certo punto abbiamo anche pensato di addossare la colpa di tutto al mondo degli affari o alla Mafia.. ma un responsabile non esiste. Tutto si trascina avanti senza porsi domande ma semplicemente per inerzia.

    (- Un giornalista pone il caso di seguire in tutto il romanzo, senza inserirvi anche la traccia di un thriller.)

    … la trama del romanzo è meravigliosa. C’è anche per sottolineare il sovrappopolamento il caso di alcune navi vecchie e arrugginite, ancorate al porto e ospitanti una densissima colonia di cinesi fuggiti da Hong Kong. All’inizio il governo si era occupato di loro, poi i soldi sono finiti e il personaggio del “fuggitivo”, di chi si vuole allontanare da quell’inferno come Taylor in Planet of the Apes è appunto uno di questi cinesi.

    Ma portare tutto questo sullo schermo è risultato Impossibile. Per risolvere questo problema abbiamo creato  angoli di una megalopoli di 40 milioni di abitanti che mostrano l’accalcarsi di esseri umani in ogni spazio disponibile. Più volte salgo e scendo i gradini di una scalinata, dunque proprietà privata, di un palazzo in cima alla quale una guardia armata provvede a difendere il misero immobile dalla folla. Lì abitano coloro che vivono del misero privilegio di lavorare per difendere la proprietà pubblica. La gente in effetti vive dovunque trovi un po’ di spazio, sulle scale, nelle strade, persino nelle vecchie macchine abbandonate sul ciglio della strada, adattandole ad una sorta di casa con fornelletti che sputano fumo da tubi adattati al corpo dell’auto in funzione di miseri caminetti. E’ evidente anche il calore infernale che avvolge la città. Gli abitanti sono costretti a vivere in una sorta di serra, appunto l’effetto serra creato dall’accumulo di calore e inquinamento. E speriamo proprio di non andare incontro a questo effetto serra nel nostro futuro >>.

     

     

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    ... SUITE ... 

    "Parlons de science-fiction et " Omega Man - 1971 ". C'était une grosse déception. Je crois que c'est le souhait de chaque homme d'être le dernier être vivant sur terre. Personnellement, je me demandais si j'aurais trouvé assez de ressources pour être vraiment le dernier homme sur terre. C'est pourquoi l'histoire m'intéressait. Comme le personnage de Robinson Crusoé, il était aussi le seul être vivant, le cas (d'Omega Man) me posait des questions artistiques et techniques sur la façon d'interpréter un tel personnage.

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    (Robert Neville dans Omega Man)


    Parler à soi-même nécessite des formules récitatives spéciales. Des phrases brisées, des mots isolés, parfois de vraies absurdités. Il est difficile de vraiment se parler, il est difficile d'utiliser ce mode verbal pour envoyer un message à des interlocuteurs inexistants. Résoudre ce problème était vraiment intéressant. Comment pouvais-je résoudre le problème de l'interprétation de ce personnage, en utilisant ses seules capacités mentales, jouer aux échecs avec un buste de César et vivre dans sa maison comme une forteresse pleine de chefs-d'œuvre artistiques, évidemment pris dans les musées de la ville. Reconstituer les souvenirs du passé en voyant et en passant en revue le seul film de programmation «Woodstock» dans la seule salle de cinéma en activité.

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    C'est la partie la plus singulière du film, le premier tiers du film entier. Puis vient l'antagonisme nécessaire, la «famille Mathias». Pour ces personnages obscurs j'avais imaginé une dimension presque onirique, comme des formes qui bougent dans l'obscurité du sommeil, qui peuvent être perçues précisément dans les limites du rêve et de l'éveil. Au lieu de cela, dans le film, ils sont devenus des personnages presque complètement réalistes, bien délimités et perceptibles pour le spectateur, avec leur maquillage et une lumière qui souligne leurs visages. Une inversion du genre est courante dans le monde cinématographique, dans cet art très particulier que l'artiste n'a pas les moyens de posséder. Si un peintre essaie de vendre son tableau et que l'acheteur lui demande de le modifier, en ajoutant peut-être un autre personnage ou un portrait, le peintre peut soutenir la demande, tout comme les peintres de la Renaissance, détruire la partie figurative avec un peu de blanc sur la toile ou simplement changer d'avis et garder l'image ....

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    Le journaliste -  "Pourtant le film en cours de tournage (SOYLENT GREEN - 1972) propose une vérité qui semble être modifiée, changeant la fin proposée dans le roman "


    ... non, vous restez dans le sens général de ce monde surpeuplé, la fin reste liée au sens du film dont nous avons discuté pendant des heures : est-ce que dans une société comme celle-ci, une forme de gouvernement doit ou non exister. Nous avons abandonné une certaine forme de gouvernement ou de pouvoir en général, pour ne pas entrer dans la représentation habituelle d'un état fasciste qui serait imposé au peuple. En fait, le pouvoir central a lentement glissé dans l'anarchie. Dans un monde aussi densément peuplé, le pouvoir au sens large, ne peut atteindre les citoyens, peut-être ne peut-il être que partiellement le pouvoir local, le gouverneur d'un État, le maire d'une ville. Il y a une allusion au sentiment d'anarchie quand mon supérieur cite le nombre de meurtres dans la ville pendant les deux jours d'enquête qu'il m'a donnés et pour lesquels aucune tentative n'a été faite pour enquêter.


    D'une certaine manière, ce monde est semblable à ce qui aurait pu être observé dans les dernières années de l'Empire romain. Rome n'est pas tombée par tant d'invasions, mais pour l'énorme ampleur qui la rend ingouvernable. J'ai lu des traductions de lettres échangées entre les autorités romaines et les Britanniques romains. Ils se plaignent tous deux du chaos bureaucratique.


    À un moment donné, nous avons même pensé  laisser tout le monde aller dans le milieu des affaires ou dans la mafia, mais un manager n'existe pas. Tout le monde traîne sans poser de questions tout simplement par inertie.


    (- Un journaliste en profite pour suivre tout le roman, sans  inclure la piste d'un thriller.)


    ... l'intrigue du roman est magnifique. Il y a aussi, pour souligner la surpopulation, le cas de quelques vieux navires rouillés, ancrés au port et hébergeant une très grande colonie de Chinois fuyant Hong Kong. Au début, le gouvernement était occupé avec eux, puis il n'y a plus eu d'argent  et le personnage du «fugitif», qui veut s'éloigner de cet enfer comme Taylor dans Planet of the Apes est juste un de ces Chinois.


    Mais amener tout cela à l'écran était impossible. Pour résoudre ce problème, nous avons créé des quartiers d'une mégalopole de 40 millions d'habitants qui montrent la ruée des humains dans n'importe quel espace disponible. Plusieurs fois je monte et descends les marches d'un escalier, propriété privée d'un immeuble au-dessus duquel un garde armé défend le mouvement immobile de la foule. Il y a ceux qui vivent du misérable privilège de travailler pour défendre la propriété publique. Les gens vivent réellement partout où vous trouvez de l'espace, dans les escaliers, dans les rues, même dans les vieilles voitures abandonnées sur le bord de la route, en les transformant  en une sorte de maisons avec des poêles qui crachent la fumée des tubes adaptés au corps de la voiture,  à cause des cheminées misérables. Il est également évident que la chaleur  qui entoure la ville, est infernale. Les habitants sont contraints de vivre dans une sorte de serre, précisément l'effet de serre créé par l'accumulation de chaleur et de pollution.

    Et nous espérons juste ne pas aller à cet effet de serre dans notre avenir >>.

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    A SUIVRE ...

  • L'INTERVIEW CENSUREE DE CHUCK : "LES HAUTS ET LES BAS : au cinéma et dans la vie" - troisième partie

    La traduction et la publication en plusieurs parties de cette interview de Chuck par deux journalistes en 1972, est du pain béni au moment où nous découvrons les "critiques acerbes" du journaliste Graham Daseler qui n'a pas la dent assez dure pour définir Charlton Heston. 

    Dans cette partie, nous découvrons la sensibilité et la lucidité de notre grand homme. Nous sommes loin du "bloc de marbre de Carrare" auquel Daseler le compare. 

    Chère Maria, merci pour le bon travail que tu partages avec nous. 

     

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     TERZA PARTE "Alti e bassi: nel cinema e nella vita"

    (Uno dei due giornalisti interviene sottolineando come a partire dalla fine degli anni Sessanta i personaggi interpretati dall’attore siano apparsi sempre più freddi e delusi)

    « Sì, è vero. Considerando ad esempio “Planet of the Apes” il protagonista sembra odiare sé stesso ed è tanto deluso dell’umanità da desiderare di fuggirla abbandonando i suoi contemporanei mostrando per loro e per sé un profondo disprezzo. Al contrario si trova ad essere su un pianeta sconosciuto l’unico esemplare che può difendere il primato della razza umana,  un’ironia che sembra essere sfuggita a molti degli spettatori, coinvolti dalla stranezza di un mondo abitato da scimmie.

    Così anche in questo film che sto realizzando il poliziotto Thorn,(nome scelto da me) è come ho detto un uomo alienato nel mondo in cui si trova a vivere, ma non è l’unico, lo sono tutti. Nell’evolversi della vicenda entra il desiderio profondo della ricerca della redenzione. Lui, come ho detto, si trova in una situazione privilegiata  e la presenza di Edward G. Robinson lo porta ad esprimere finalmente un senso di partecipazione. Riesce a dire “ Ti amo” sia a Sol, oramai morente, che per un'unica volta alla ragazza-aredamento lasciando l’appartamento, dopo aver più volte condiviso il suo letto . Spero quindi che si intraveda l’ intero ordito del film . Altrettanto si potrebbe dire di “The Naked Jungle” e di “Pro”. In quest’ultimo caso il mio personaggio è un uomo disperato, incapace di vincere la sua disperazione e  assumere un atteggiamento più positivo.

    Non credo di essere un uomo freddo, piuttosto forse molto riservato. Certo ho provato a tenere a distanza molte persone, per quanto è possibile. Il che deriva dall’essere stato per più di venti anni una figura pubblica, che ha cercato di salvare per quanto ha potuto la sua vita privata, pur essendo cosciente che un personaggio pubblico ha in qualche modo il dovere di condividere parte della sua esistenza con gli altri. Ciò mi ha imposto la creazione di una situazione in cui l’uomo privato deve saper conservare la sua privacy in una condizione di pubblica esistenza. E si guarda alla propria privacy non come ad un diritto naturale, come per ogni altro uomo, ma come qualcosa che devo disperatamente preservare. Trovare il mezzo per ripristinare la tua vita privata , cosa che deve essere ricercata e difesa. Ma questo costringe a mantenere una certa distanza dagli altri. A volte si prova come una forma di stanchezza  nel vivere dei rapporti occasionali con chi mi circonda. Ma come ho detto io rimango una persona pubblica e questo da agli altri il diritto di consumare me stesso appunto come una persona pubblica in tutte le occasioni quotidiane: al ristorante,  per strada, a un semaforo o al cinema.

    Ho spiegato ai miei figli che il loro padre non ha potuto e non potrà accompagnarli ad esempio a Disneyland, come fanno gli altri padri. Però loro hanno goduto di altri privilegi, come conoscere paesi stranieri e lingue straniere e magari vedere il loro padre conquistare la città di Valencia. E loro lo hanno capito. E’ la condizione della mia vita. E comunque sanno che la gente “consuma” la mia persona al di là delle mie performances. Insomma la mia vita è quella di una persona pubblica e non c’è altro da fare. Questo avviene ovunque io mi trovi.

    E’ in effetti una cosa ridicola sentir parlare dei diritti individuali in questo momento, pensare che ognuno è libero di fare quello che gli pare o, come dire, libero di “cantare la propria canzone”. Nel mondo in cui viviamo c’è sempre meno spazio per seguire la propria strada e fare quello che davvero desidera fare....

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    (Charlton Heston restaurant ALFREDO de Rome ) photo envoyée par Maria.

    SUITE

    (L'un des deux journalistes intervient, soulignant qu'à la fin des années 1960 les personnages joués par l'acteur sont devenus de plus en plus froids et déçus)

    ... «Oui, c'est vrai. Considérant, par exemple, " La Planète des singes", le protagoniste semble se détester et est tellement déçu par l'humanité qu'il veut lui échapper en abandonnant ses contemporains, leur montrant un profond mépris pour eux. Au contraire, il est sur une planète inconnue,  le seul exemplaire qui puisse défendre la primauté de l'espèce humaine, une ironie qui semble avoir échappé à beaucoup de spectateurs, impliqués dans l'étrangeté d'un monde peuplé de singes. Donc, même dans ce film (NDT : Soylent Green), je fais le flic Thorn, (le nom que j'ai choisi), c'est comme si je disais qu'il est un homme aliéné dans le monde où il vit, mais il n'est pas le seul, c'est tout. Dans l'évolution de l'histoire vient le désir profond de rédemption. Comme je l'ai dit, il est dans une situation privilégiée et la présence d'Edward G. Robinson l'amène à exprimer enfin un sentiment de participation. Il est capable de dire "je t'aime" à Sol mourant, et une  seule fois au jardin des filles en quittant l'appartement après avoir partagé son lit plusieurs fois. J'espère que vous voyez toute la trame du film. De même, vous pourriez le dire pour  "The Naked Jungle" et "Pro". Dans ce dernier cas, mon personnage est un homme désespéré, incapable de surmonter son désespoir et d'adopter une attitude plus positive.

    NDT : je rappelle que Chuck tourne SOYLENT GREEN durant cette interview

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    (Thorn dans SOYLENT GREEN)

    Je ne pense pas que je sois un homme froid, peut-être plutôt très réservé. Bien sûr, j'ai essayé de garder beaucoup de personnes à distance, autant que possible. Cela est dû au fait d'être un personnage public depuis plus de vingt ans, qui a essayé de sauver autant que possible sa vie privée, bien qu'il soit conscient qu'un personnage public a en quelque sorte le devoir de partager une partie de sa vie avec les autres. 

    Cela m'a conduit à créer une situation dans laquelle un homme privé doit être capable de conserver son intimité dans un état de vie publique. Et vous ne considérez pas votre vie privée comme un droit naturel, comme n'importe quel autre homme, mais comme quelque chose que j'ai désespérément besoin de préserver. Trouver les moyens de préserver votre vie privée, c'est ce qui doit être recherché et défendu. Mais cela vous force à rester à distance des autres. Parfois, cela se révèle être une forme de fatigue à vivre des relations occasionnelles avec ceux qui m'entourent. Mais comme je l'ai dit, je reste une personne publique et cela donne à d'autres le droit de me "consommer" comme une personne publique en toutes occasions : au restaurant, dans la rue, au feu rouge ou au cinéma.

    J'ai expliqué à mes enfants que leur père n'a pas pu ou ne pouvait pas les accompagner, par exemple, à Disneyland, comme les autres pères. Mais ils ont bénéficié d'autres privilèges, tels que la connaissance des pays étrangers et des langues étrangères et peut-être voir leur père conquérir la ville de Valence. Et ils l'ont compris. C'est la condition de ma vie. Et ils savent que les gens "consomment" ma personne au-delà de mes performances. Bref, ma vie est celle d'une personne publique et il n'y a rien d'autre à faire. C'est là que je me trouve.

    C'est en fait une chose ridicule d'entendre parler des droits individuels en ce moment, de penser que tout le monde est libre de faire ce qu'il veut ou, disons, de "chanter sa propre chanson". Dans le monde où nous vivons, il y a de moins en moins d'espace pour suivre votre propre chemin et faire ce que vous voulez vraiment faire...

     

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    A SUIVRE...

  • L'INTERVIEW CENSUREE DE CHUCK : " MES PERSONNAGES ET MOI " (deuxième partie)

    Suite de l'interview de Charlton Heston, par Keith Howes. 

    Dans cette partie de l'interview, Charlton Heston parle de sa proximité avec les personnages qu'il a interprétés. KEITH HOWES.JPG

    (Keith Howes)

    SECONDA PARTE : Io e i miei personaggi"

     

    .. Il  mio personaggio (in questo film) è un poliziotto alienato che non prova empatia per quello che succede intorno a lui. Entrando in una chiesa, vede il corpo di una giovane donna morta. Al suo polso è legato con una corda un bambino in lacrime. Il mio personaggio non si da affatto pena; si accerta che la donna sia davvero morta, prende in braccio il bambino come un fagotto e con indifferenza lo consegna alla prima persona che incontra in chiesa, senza nessuna reazione emotiva. E’ un effetto collaterale rispetto alla situazione da me descritta. Il poliziotto tratta l’evento come un qualunque caso di ordine pubblico, come la rimozione di un oggetto che ingombra la pulizia stradale.

    La capacità di mostrare sensibilità verso altri esseri umani è possibile colo se il numero di individui rimane limitato. SE siamo, ad esempio, solo noi due a sedere su un divano, io mi preoccuperò del suo benessere: chiuderò la porta se c’è freddo, le offro qualcosa da bere.. Ma se a sedere sullo stesso divano siamo in 25 allora ognuno si preoccuperà di se stesso e  di assicurarsi il suo spazio vitale…

    (Uno dei due giornalisti rievoca per Heston alcuni dei suoi personaggi in film come “The Naked Jungle”, “Master of the Islands” o “Diamond Head”)

    …Certo sono questi i personaggi duri ed insensibili che mia moglie chiama “gli eroi carogna” e che a volte ritornano nella mia carriera di attore. Ma numericamente sono di più tra i personaggi che ho interpretato  quelli che risentono fortemente di un senso di responsabilità, come Il Cid, o Thomas Jefferson o Thomas Moore. Naturalmente un attore può interpretare solo i personaggi che gli vengono offerti. A differenza di un pittore o di un altro artista, un attore deve approfittare delle occasioni che gli si presentano cioè dei film che qualcuno è disposto a finanziare. Effettivamente due terzi dei personaggi che ho interpretato dotati di un considerevole senso di responsabilità, come appunto Sir Thomas Moore o Il Cid, secondo la mia opinione uno degli uomini nella Storia e nella Leggenda medievale. Ma oggi la responsabilità individuale appare in declino mentre vive nella maggioranza dei personaggi da me interpretati. Anche nel personaggio di Will Penny, un povero cow boy analfabeta che pure sente il dovere di trovare riparo alle mandrie durante una tempesta di neve. Per due volte ho interpretato il personaggio di Antonio nel “Giulio Cesare” di Shakespeare. Ed anche in quel testo Shakespeariano Antonio sente il peso della responsabilità verso i suoi concittadini dopo la morte di Cesare.

    In “Antonio e Cleopatra” la questione è certamente diversa. Guidato dalla passione Antonio perde il senso di responsabilità, come dice mia moglie, questi personaggi con forte senso di responsabilità, sono uomini duri e severi. Ma se la passione interferisce, come per Antonio. E Antonio che pure avrebbe tutti i numeri per diventare uno dei grandi imperatori, come Cesare o Augusto o Adriano cede al piacere fisico. Ma la tragica colpa del personaggio di Antonio è l’incapacità di resistere alla passione e tuttavia rimane uno dei grandi personaggi della tragedia Shakespeariana. Uno di quei grandi personaggi con cui ogni attore dovrebbe cimentarsi. Per quattro volte, due in Televisione una in cinema e una sulla scena, ho interpretato Antonio. E i personaggi di Shakespeare sono sempre più grandi della normalità e ben potrebbero gli attori americani avvicinarsi scegliendo tra i personaggi di Shakespeare quelli che meglio si adattano a loro. Nel mio caso Antonio e mai penserei di interpretare Amleto che non si adatta affatto alla mia personalità, come invece nel caso di Macbeth, che sento a me più vicino….

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    «... Mon personnage (dans ce film) est un policier extraterrestre qui ne ressent pas d'empathie pour ce qui se passe autour de lui. Entrant dans une église, il voit le corps d'une jeune femme morte. Au bout d'une corde attachée à son poignet, il y a un enfant en larmes. Mon personnage n'éprouve pas de peine ; il se rend compte que la femme est vraiment morte, il prend l'enfant comme un paquet et le remet indifféremment à la première personne qu'il rencontre dans l'église, sans aucune réaction émotionnelle. C'est un effet secondaire à la situation que j'ai décrite. Le policier traite l'événement comme un cas d'ordre public, tel que l'enlèvement d'un objet qui entrave le nettoyage de la route.

     La capacité de montrer sa sensibilité à d'autres êtres humains est possible si le nombre d'individus reste limité . Si nous sommes, par exemple, seuls assis sur un canapé, je m'inquiéterai de ton bien-être : je fermerai la porte s'il fait froid, je t'offrirai quelque chose à boire ...Mais si nous sommes 25 assis sur le même divan,  alors chacun se souciera de lui-même et sécurisera son espace de vie ...»

    (L'un des deux journalistes se souvient d'Heston pour certains de ses personnages dans des films tels que "The Naked Jungle", "Maître des îles" ou "Diamond Head").

    « ... Ce sont certainement des personnages durs et insensibles que ma femme appelle "héros salauds " et qui reviennent parfois dans ma carrière d'acteur. Mais numériquement, je suis plus près des personnages que j'ai interprétés, ceux qui sont fortement imprégnés par un sens des responsabilités, tels que Le Cid, ou Thomas Jefferson ou Thomas Moore. Bien sûr, un acteur ne peut interpréter que les caractères qui lui sont offerts. Contrairement à un peintre ou un autre artiste, un acteur doit profiter des opportunités qui s'offrent à lui,  pour les films que quelqu'un est prêt à financer. En fait, les deux tiers des personnages que j'ai joués avaient un sens considérable des responsabilités, tels que Sir Thomas Moore ou Le Cid, ce sont des hommes de l'Histoire et de la légende médiévale. Mais aujourd'hui, la responsabilité individuelle semble être sur le déclin alors qu'elle était vive dans la majorité des personnages que j'ai interprétés. Ainsi,  même le personnage de Will Penny, un pauvre cow-boy analphabète, ressent le besoin de trouver un abri pour les troupeaux pendant une tempête de neige.

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     Deux fois j'ai joué le personnage d'Antoine dans " JULES CESAR " de Shakespeare. Et même dans ce texte de Shakespeare, Antoine ressent le poids de la responsabilité envers ses concitoyens après la mort de César. Dans "Antoine et Cléopâtre", la question est certainement différente. Guidé par la passion, Antoine perd le sens des responsabilités — comme le dit ma femme — ces personnages avec un fort sens des responsabilités sont des hommes durs et sévères. Mais si la passion interfère, comme pour Antoine qui avait toutes les capacités pour devenir l'un des grands empereurs, tels que César ou Auguste ou Adrien, il s'abandonne au plaisir physique, mais l'erreur tragique du personnage d'Antoine est l'incapacité de résister à la passion et pourtant il reste l'un des grands personnages de la tragédie shakespearienne. Un de ces grands personnages que chaque acteur devrait essayer d'interpréter. Quatre fois  j'ai joué Antoine, deux à la télévision, une au cinéma et l'autre sur la scène. Et les personnages de Shakespeare sont plus grands que nature, les acteurs américains pourraient s'en rapprocher en choisissant les personnages de Shakespeare qui leur conviennent le mieux. Dans mon cas c'est Antoine et,  je ne penserai jamais à jouer Hamlet qui ne correspond pas du tout à ma personnalité, alors que dans le cas de Macbeth, je le sens plus proche de moi ...»

     

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    A SUIVRE...

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    AUTEURE : Maria Russo Dixon

  • L'INTERVIEW CENSUREE DE CHUCK : LA SURPOPULATION (1ère partie)

    Maria a décidé de traduire l'interview "censurée " de Charlton Heston. 

    Vous pouvez retrouver les videos sur la présentation et l'interview par Keith Howes en 1972,  sur YOU TUBE et sur le blog. Je les ai présentées récemment sous le titre " préambule de Maria ".

    A la lecture de cette première partie, je suis d'ores et déjà dans l'interrogation sur la complexité de Charlton Heston et sur les choix qui seront les siens une vingtaine d'années plus tard.

    Mais il est trop tôt pour moi d'en parler, j'attends la suite de la traduction de Maria que je remercie une fois de plus pour le magnifique travail qu'elle effectue pour le blog afin de  porter à notre connaissance des éléments de la vie de Chuck que nous ne connaissons pas forcément. 

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    (Keith Howes)

    « Il m'est arrivé de rencontrer les professeurs de mon fils Fraser, en particulier son professeur de littérature anglaise moderne,  à propos de William Shakespeare. J'ai trouvé que les étudiants de la classe semblaient particulièrement nombreux. L'enseignant a répondu que 21 élèves par classe est un nombre standard dans l'école d'aujourd'hui. En fait, il éprouvait un certain soulagement après avoir enseigné à l'école publique l'année précédente, précisément à l'école publique de Beverly Hills, où certains étudiants devant l'affluence, devaient se contenter de se tenir debout. De plus, l'école, l'une des meilleures, a été contrainte de suivre un horaire en deux équipes pour satisfaire toutes les demandes. Il n'est donc pas surprenant que les étudiants d'aujourd'hui, compte tenu du système scolaire, finissent leurs études avec une préparation très insuffisante et sans trop de connaissances.

    Les écoles sont équipées d'outils technologiques, mais cependant, au lieu d'aider les élèves ils finissent seulement par recouvrir les problèmes à cause d'une préparation insuffisante au lieu de les résoudre. C'est comme si un homme qui a la varicelle couvrait son visage d'une couche de fond de teint. Les défauts de la peau sont cachés, mais la maladie n'est pas guérie. Le vrai problème est la surpopulation, le problème étant ignoré par la plupart et pour lesquels les documentaires télévisés ou les programmes illustratifs ne sont pas repris.

     Il y a quelques temps, un film comme «Growth Population Zero» (en français " population zéro "  a essayé de traiter ce sujet, mais ce film avec Oliver Reed n'a pas atteint son but  (à cette époque Heston est sur le point de tourner Soylent Green - ndt) Un film comme celui avec Oliver Reed a fini par être contreproductif. Les personnages semblent parler mutuellement sur le sujet, bien habillés et insérés dans des cadres plus que décents, mais ils ne véhiculent pas le vrai problème d'un monde surpeuplé.  En effet, à discuter les uns avec les autres ils ne se rendent pas compte qu'ils sont eux aussi une composante de cette surpopulation, n'entrant pas en contact avec le désespoir de ceux qui vivent en dehors de leur monde.

     Contrairement à " Growth Population Zero ", nous étions déterminés à faire un film montrant le désespoir d'un monde surpeuplé dans lequel les personnages n'étaient pas conscients de leurs conditions de vie misérables. La caractéristique de l'être humain est son adaptabilité extraordinaire.

    Paradoxalement, par exemple, les enfants nés dans les camps de concentration ne ressentaient pas l'instinct de se plaindre de leur condition, habitués à leur misérable soupe de racines avec quelques morceaux de pomme de terre. Pour eux, la vie quotidienne est celle de tous les jours. Nos personnages acceptent donc la terrible surpopulation d'une métropole comme une vie normale dont ils ne se plaignent pas. 

    Il y a ceux qui vivent en traînant derrière eux leurs peu de marchandises dans une boîte ou un conteneur, qui s'adaptent en vivant dans de vieilles voitures abandonnées le long des trottoirs,  sur le toit desquelles ils ont ajouté un petit tuyau pour évacuer la fumée de leurs misérables fourneaux. 

    Thorn, mon personnage, ne se révolte pas contre la réalité dans laquelle il se trouve, mais il est plus chanceux que les autres. Il a le privilège de partager un petit appartement avec un vieil homme, Sol, qui se souvient encore du monde d'autrefois. Il en parle continuellement. Alors que notre protagoniste est obligé de se raser le matin avec une lame usagée qu'il est forcé de cacher immédiatement dans son portefeuille et,  recueillir dans une tasse les gouttes d'eau qui tombent pour ne pas sortir immédiatement de la maison pour se ravitailler en eau. Pendant ce temps, le vieil homme continue à décrire un monde dans lequel il pouvait acheter de la viande fraîche, de la salade et même des œufs. Le protagoniste ne prête pas beaucoup d'attention à ces commérages et continue à vivre une vie absurde,  heureux avec le privilège d'un mini-appartement. Le mot "salade" ne lui dit rien. Alors, quand son supérieur du poste de police du quartier où il travaille lui demande de décrire la fille qu'il a interrogée pour un délit contre l'élite de ce monde misérable, Thorn dit qu'elle a deux seins comme des pamplemousses. Son collègue répond que cette comparaison ne tient pas, il n'a jamais vu de pamplemousses. Ironiquement, Thorn dit que l'autre homme n'a pas vu la fille.

    Dans une situation de surpeuplement, en fait, les gens ne posent pas le problème de la réalité dans laquelle ils vivent. Aussi parce que la vie de chacun est limitée à l'extrême, ils cherchent juste un endroit pour dormir, une ration misérable d'eau et une forme de nourriture qui permet la survie, le soja dans ses différentes couleurs. Ils n'ont pas besoin d'argent parce qu'il n'y a pas de produits à acheter si ce n'est des ustensiles en plastique malsain qui regorgent sur le marché comme celui installé sur le plateau.

    Mon personnage est un policier désespérément surchargé de travail et pourtant il essaie de faire de son mieux pour donner ce petit sens des responsabilités qu'il a toujours eu. Son patron considère que l'enquête est une perte de temps, bien qu'il ait un suspect possible qu'il a essayé d'interroger pendant deux jours. Mais son patron répétera combien ses efforts sont inutiles. Durant ces deux jours dans la ville, il y a eu 3470 autres affaires d'homicides qui seront toutes classées sans suite, comme Thorn s'apprête à le faire pour l'affaire sur laquelle il enquête.

    En effet, on peut dire que les caractéristiques d'un surpeuplement général sont déjà présentes, seules les personnes ne semblent pas les voir.

    J'ai parlé à certains des flics d'aujourd'hui, qui se plaignent des mêmes problèmes de surmenage et de superficialité dans le travail. Ils ne peuvent  toujours pas arriver au bout de nombreuses enquêtes par manque de temps.

    La conséquence d'une société surpeuplée comme celle qui se développe aujourd'hui est le déclenchement de cas de violence irrationnelle. Un scientifique a mené une expérience intéressante sur une communauté de souris. Tant que le nombre d'animaux n'excède pas 100, la coexistence est pacifique, mais si le nombre augmente de 3 ou 4 fois, disons 300 ou 400 animaux dans le même espace, il y a une augmentation générale de l'intolérance chez les individus, l'agressivité réciproque pour atteindre des cas de meurtre, de cannibalisme, de psychose, d'anxiété et de comportement sexuel irrégulier. Cela a été démontré scientifiquement. Aujourd'hui, nous répandons une forme d'aliénation et d'insensibilité générale parmi les gens.

    Récemment, un professeur de l'Université de Columbia a été tué dans la rue par un groupe criminel devant les passants qui n'ont rien fait pour les arrêter. Ou le cas récent de Kitty Genovese. Une fille tuée dans  la cour de sa maison sur laquelle donnaient beaucoup de fenêtres. La femme a essayé pendant 20 minutes d'échapper à son tueur armé d'un couteau, se cachant derrière les voitures garées dans la cour. Ses colocataires ont vu la scène sans même penser à l'aider, restant  immobiles aux fenêtres. C'est un cas typique d'aliénation chez les humains, une démonstration d'indifférence totale .... >>

    AUTEURE : Maria Russo-Dixon

     

    Intervista del 1972 Prima parte "La sovrappopolazione"

    <<  Mi è capitato di avere un incontro con il docente di letteratura inglese moderna di mio figlio Fraser, in particolare suo docente relativamente a William Shakespeare. Ho rilevato che gli studenti della classe sembravano particolarmente numerosi. L’insegnante mi ha risposto che 21 studenti per classe sono un numero standard nella scuola di oggi. E anzi lui provava sollievo dopo essere stato nell’anno precedente nella scuola pubblica, precisamente nel Beverly Hills Public School, dove alcuni alunni dovevano contentarsi di posti in piedi, tale l’affollamento. Inoltre la scuola, una delle migliori, era costretta a seguire un orario di doppi turni per accontentare tutte le richieste. Non c’è quindi da meravigliarsi se gli studenti di oggi, dato il sistema scolastico, finiscano gli anni di scuola con una preparazione davvero scarsa e senza sapere molto. Le scuole sono dotare di strumenti tecnologici, che però, invece di aiutare gli studenti finiscono solo col coprire il problema della scarsa preparazione, invece di risolverlo. E’ come se un malato di varicella si coprisse il viso con uno strato di fondotinta. Si nascondono i difetti della pelle, ma non si guarisce la malattia. Il problema vero è la sovrappopolazione, problema ignorato dai più, e per il quale documentari televisivi o programmi illustrativi non vengono recepiti. Qualche anno fa un film come “Growth Population Zero” cercò di trattare questo argomento, ma quel film con Oliver Reed non raggiunse l’obiettivo ( in quel momento  Heston sta finendo di girare invece Soylent Green – n.d.t.) Un film come quello con Oliver Reed finisce con l’essere controproducente. I personaggi sembra predichino l’un l’altro sull’argomento, ben vestiti e inseriti in ambienti più che decorosi non trasmettono quello che è il problema vero di un mondo sovraffollato. Anzi, chiacchierando tra di loro non realizzano che anche loro sono una componente di quel sovraffollamento, non venendo in contatto con la disperazione di coloro che vivono al di fuori del loro mondo.

    Al contrario di Growth Population Zero noi eravamo determinati a fare un film che mostrasse sullo schermo la disperazione di un mondo sovrappopolato in cui però i personaggi non fossero consapevoli delle loro disgraziate condizioni di vita.

    La caratteristica dell’essere umano è la sua straordinaria adattabilità. Per paradosso ad esempio i bambini che si trovarono a nascere nei campi di concentramento non provavano l’istinto di lamentarsi per le loro condizioni, abituati al loro misero piatto di zuppa di radici con qualche isolato pezzo di patata. Per loro la quotidianità della vita è quella, ogni giorno. E così i nostri personaggi accettano il terribile sovraffollamento di una metropoli come una quotidianità di cui non si lamentano. C’è chi vive trascinando a mano dietro di sé i loro pochi beni in uno scatolo o un contenitore, chi si adatta a vivere in vecchie macchine abbandonate lungo i marciapiedi a cui hanno aggiunto sul tetto un piccolo tubo per eliminare i fumi dei loro miseri fornelli. Thorn, il mio personaggio, non si ribella contro la realtà in cui si trova a vivere, anzi è più fortunato di altri. Ha il privilegio di condividere un piccolissimo appartamento  con un vecchietto, Sol, che ricorda ancora il mondo di una volta. Ne parla continuamente. Mentre il nostro protagonista è costretto a radersi la mattina con una lametta usata che è costretto a nascondere subito nel portafogli perché non gli venga portata via e a raccogliere in una tazza le gocce d’acqua residue per non dover immediatamente uscire di casa per rifornirsi di altra acqua.

    Intanto il vecchietto continua a descrivere un mondo in cui si poteva acquistare carne fresca, insalata e perfino qualche uovo. Il protagonista non presta molta attenzione a quelle chiacchiere e continua a vivere una vita assurda contento del privilegio di un miniappartamento. La parola “insalata” a lui non dice niente. Non l’ha mai vista, anche se sa di cosa si tratta. Così quando il suo superiore nel distretto di polizia dove lavora gli chiede di descrivere la ragazza che sta interrogando a proposito di un delitto avvenuto tra l’elite di quel mondo misero, Thorn dice che ha due seni come pompelmi. Il suo collega ribatte che quel paragone non regge, lui non ha mai visto dei pompelmi. Ironico Thorn dice che l’altro però non ha visto la ragazza.

    In una situazione di sovraffollamento in effetti la gente non si pone il problema della realtà in cui vive. Anche perché la vita di tutti è limitata all’estremo, a loro basta la ricerca di un posto dove dormire, di una misera razione d’acqua e di una forma di cibo che permetta la sopravvivenza, il soylent nei suoi vari colori, né ha bisogno di danaro perché non ci sono merci da acquistare se non disastrati utensili di plastica di cui sono pieni i mercatini, come quello messo in piedi sul set.

    Il mio personaggio è un poliziotto disperatamente sovraffaticato dal superlavoro, e che tuttavia cerca di fare il meglio che può dato quel po’ di senso di responsabilità che ancora ha. Il suo boss considera l’indagine  una perdita di tempo, anche se ha un possibile indiziato che da due giorni sta cercando di interrogare. Ma il suo capo gli ripete quanto inutile sia il suo sforzo. In quei due giorni in città ci sono stati 3470 altri casi di omicidio che verranno tutti archiviati, come il caso sul quale Thorn si sta dando da fare.

    In effetti si può dire che le caratteristiche di un sovraffollamento generale sono già presenti, solo la gente non sembra vederle.

    Ho parlato con dei poliziotti di oggi, che lamentano gli stessi problemi di sovraffaticamento e di superficialità nel lavoro. Non si riesce a venire anche oggi a capo di molte indagini per mancanza di tempo.

    Conseguenza di una società sovrappopolata come quella che sta crescendo oggi è lo scoppio di casi di violenza irrazionale . Uno scienziato ha condotto un esperimento interessante su una comunità di topi. Sino a che il numero di bestiole   non supera i 100esemplari, la convivenza è pacifica , ma se il numero aumenta di 3 o 4 volte, diciamo 300 o 400 animali costretti nello stesso spazio si verifica un aumento generale dell’intolleranza tra individui, aumenta la reciproca aggressività sino a raggiungere casi di uccisioni, cannibalismo, psicosi, ansia e irregolare comportamento sessuale. Questo è stato scientificamente dimostrato.

    Oggi si sta appunto spargendo una forma di alienazione e di insensibilità generalizzate tra le persone. Recente il caso di un professore della Columbia University, ucciso in strada da un gruppo criminale davanti agli occhi dei passanti e senza che questi facessero niente per fermarli. O il recente caso di Kitty Genovese. Una ragazza uccisa all’interno del cortile di casa, cortile sul quale si aprivano molte finestre. La donna ha cercato per 20 minuti di sottrarsi al suo assassino armato di coltello, nascondendosi dietro le automobili parcheggiate nel cortile. I suoi coinquilini hanno assistito alla scena senza nemmeno pensare di prestare aiuto, rimanendo immobili alle finestre. Questo è un caso tipico di alienazione tra gli esseri umani, una dimostrazione di totale indifferenza….>>

    Maria Russo

    CHARLTON HESTON AT A CONGRESSIONAL HEARING IN 1961.jpg

     

     

    A SUIVRE...