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" NUMBER ONE " : HESTON EN ANCIEN PRO (New York Times du 18 septembre 1969)

 
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J'ai trouvé récemment un article du NEW YORK TIMES datant de 1969, critiquant positivement le film "NUMBER ONE".  Je viens de le traduire car je pense que presque 50 ans après, il est encore intéressant.
 Chuck avait été impressionné par l'accident d'un des plus grands footballeurs américains, qui avait joué le match de trop et avait été gravement blessé sur le terrain. Charlton Heston avait voulu que cette triste affaire devienne un film, ce qui fut fait avec Tom Gries aux commandes. 
Une fois de plus, c'est du "Grand Chuck", un rôle qui lui colle à la peau. 
Dommage que ce film n'ait pas rencontré le succès auprès du public. Tout me porte à croire, que bien souvent, une partie du public de Chuck, ne voyait en lui que des personnages historiques qu'il a si bien incarnés, mais il était plus que cela. C'était un homme, un vrai, fait de chair et de sang, pas taillé dans le marbre. Dans ce film, il donne toute la mesure de son talent émotionnel. Mais NYT en parle mieux que je ne peux le faire....
 
 
MOVIE REVIEW

 

Heston as Old Pro

Published: September 18, 1969

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Il n'y a rien de spécial sur le héros de "Number One", juste un bref drame de terrain, cuisant et souvent fort d'un quart-arrière professionnel vieillissant qui refuse d'arrêter sa carrière un jour.

Avec quelques ingrédients usés, discrets, cela correspond à ce qui caractérise le long métrage de The United Artists qui a été projeté hier au Victoria, dans la 86th street East et dans d'autres salles, c'est vraiment captivant. Et Charlton Heston, moins une barbe, un pagne, une toge ou la Mer Rouge, aborde un rôle violemment, sans fioriture dans l'une des performances les plus intéressantes et excellentes de sa carrière.

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C'est un tour de force époustouflant et magnifiquement discipliné par l'acteur, dont les muscles faciaux fléchis et les yeux cyniques dominent le film, mais qui n'a qu'un seul défaut : une tendance flagrante à la paranoïa. Il est vrai que 40 ans est un âge décidément avancé pour la gloire sur le terrain, mais de nombreux professionnels diplômés ont depuis longtemps réussi à s'affranchir du succès, ailleurs. Dans une certaine mesure, Cat Catlan n'a que lui-même à blâmer.

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Mais comme une observation inflexible, l'image se fixe régulièrement et avec perspicacité sur le parcours d'un athlète accroché à son apogée et sa renommée, poussé par la fierté, l'ego et la peur du futur,  sous la direction de Tom Gries, collaborateur de Heston sur « Will Penny ».  En tant que drame resté dans l'intimité du couple alors qu'il se creuse plus profondément, mis au point par le réalisateur et grâce aux excellents dialogues du scénario de David Moessinger, cela a l'air vrai .

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L'intégration colorée et confortable de toute l'équipe de la Nouvelle-Orléans des Saints est typique, avec certains des joueurs qui manipulent les dialogues plus que convenablement. La plupart des images ont été tournées dans la ville de Crescent, la parcourant soigneusement  à partir des jeux du stade, des vestiaires et des conférences d'équipes diverses, remplis du jargon du football qui est naturel et piquant.

Deux anciens pros, Mike Henry et Ernie Barnes, sont bons dans des seconds rôles, comme l'est John Randolph, interprétant un entraineur têtu mais compréhensif. Et les crédits devraient aller aussi, au jeune Richard Elkins, comme le successeur probable d'Heston et à Bruce Dern et Bobby Troup, représentant le monde des affaires.

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Le flux d'incidents croustillants et faciles du film, révèle également deux belles performances de Jessica Walter, l'épouse sensible et aimante mais qu'Heston croit qu'elle ne l'aime pas assez, et Diana Muldaur, en tant que maîtresse amoureuse et sensible. L'honnêteté absolue dans le comportement et,  les dialogues d'une conversation chargée de passion entre elle et Heston, rend l'utilisation ultérieure de nudité, d'enlacements et de truquages cinématographiques par M. Gries, non seulement superflus  mais aussi archaïques : un passage déconcertant du film.

Mais les effets, un tir pessimiste d'Heston, avec la rumeur du stade sur une bande-son silencieuse, en disent beaucoup sur des images nettes et pénétrantes, pas de trop, juste assez - Si Heston avait pu être meilleur, nous ne saurions pas comment.

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Commentaires

  • Carissima France, complimenti per il ritrovamento e la traduzione di questo articolo in lode di quello che Chuck chiamava, sbagliando, il suo peggiore film purtroppo non sono riuscita a trovare un DVD o un Blu Ray con l'intero film. Ne ho visto brani diversi attraverso U Tube e ho letto che si intende riproporre il film nella versione blue ray. Aspettiamo
    Ma che il film sia un contributo importante nella vita e nella carriera di Heston ne sono più che certa. Per cominciare dall'anno di produzione, quel 1967, che ho già definito come uno degli "anni difficili". Il personaggio di Cat Catlan, come altri da lui interpretati, porta note autobiografiche che spiegano l'insistenza con cui Chuck ha voluto realizzare questo film e il peso che la sua sensibilità e la sua arte hanno avuto sulla mano di Tom Gries, regista ufficiale del film. Come ho già detto le delusioni per lo scarso successo economico per film come "The War Lord" e "The Agony and the Ecstasy" colpiscono profondamente Chuck nella sua abilità di scegliere la parte migliore e il film migliore non solo per la sua carriera ma anche e soprattutto per la sua crescita personale. Ansie e incertezze che l'attore e l'uomo confessa nel suo diario.
    Certo è un film difficile per una platea che cerca soprattutto l'happy end. E quelle scene di nudo, contrariamente a quanto pensa il critico del giornale, non sono affatto eccessive o fuori posto in quel film. Cat vede diminuire il suo vigore fisico e lontano dal continuo sostegno morale dell'acquiescente moglie cerca in un'altra donna la conferma del suo vigore virile. E' forse il primo film americano in cui l'adulterio non rimane solo un'allusione, ma un evento concreto e trascinante. Un anno dopo velato di umorismo, Dustin Hoffman rappresenterà nel "Laureato" un altro tipo di adulterio, privo della drammaticità di quello tra il quarterback in crisi e l'avvenente ammiratrice.
    Il 1967 è anche l'anno per una perdita dolorosa per Chuck, la morte del padre ritrovato. A questo proposito proprio ieri ho trovato un ritaglio interessante che riporta alla infelice infanzia del Nostro. Ci sono in giro nella rete due foto di un giovane e giovanissimo Charlton Heston,: quella di un adolescente dai tratti delicati e dall'aria sognante, artisticamente sfumata, e quella di uno scolaretto dal muso simpatico nell'ultima fila di una foto di fine anno scolastico. Non è Chuck né nella prima né nella seconda. Per la prima c'è sulla rete una catalogazione che la definisce come quella di un giovane gay. Per la seconda un articolo del 2001 del giornale "Alliance Report" rende nota una lettera personale di Heston che afferma di non essere lui quel ragazzino e fa il nome di un altro studente della Freedom School da lui frequentata nel secondo semestre del 1933, mentre la foto riporta la data del maggio 1934. Il giornalista che scrive nel 2001 cerca di collegare i legami dello sperduto ragazzino John Carter, divenuto improvvisamente Charlton Heston, attraverso la memoria dei possibili Heston viventi ad Alliance, arrivando alla conclusione che Charles Heston, secondo marito della madre di Chuck non ha probabilmente mai adottato il primogenito della moglie. e che comunque la coppia Lilla Charlton e Charles Heston, per quanto ricordino gli abitanti del paese, prima dell'estate di quel 1933 abbandonarono precipitosamente la loro casa portandosi dietro il bambino che si era appena ambientato nella nuova scuola, dove per altro aveva fatto il suo debutto teatrale in una recita scolastica. Non è dato sapere perché, ma sempre più patetica appare la figura di questo bambino rifiutato non da un solo padre, ma da due. Quello naturale che non si è dato la pena di seguire il suo primogenito, e quelllo acquisito che forse solo formalmente gli ha dato il suo nome.
    Di ricordi amari Cat Catlan ne ha abbastanza per vivere sullo schermo il ruolo del giocatore abbandonato dalla fortuna. Anche altre figure entreranno sullo schermo e nella sensibilità di Chuck ricordandogli la solitudine e il senso di distacco vissuto da ragazzo.
    In una intervista rilasciata alla BBC nel 1983 in occasione del lancio di "The Actor's Life" in Gran Bretagna la giornalista sottolinea l'interesse delle pagine introduttive dove Chuck per la prima volta ricorda questi avvenimenti. Cerca di approfondire il tema parlando della sua dichiarata timidezza e pone una domanda molto secca "Lei parla sempre dell' Outer-me riferendosi alla sua vita artistica e di relazione , mai dell'Inner-me (dei suoi sentimenti più profondi ed intimi)". Chuck appare imbarazzato e cerca di sottrarsi all'acuto rilievo della giornalista con una citazione di un cartoon in cui un coccodrillo e un uccello parlano appunto di outer-me e inner-me. Il coccodrillo, nel quale Chuck evidentemente si riconosce dice che c'è troppo dell'outer-me nel suo essere coccodrillo per permettergli di occuparsi anche dell'inner-me. Forse quell'inner-me va ricercato in un certo numero di personaggi, Amos Dundee, Cat Catlan e perché no anche Michelangelo, pronti a riabbracciare la loro pena segreta dopo essere sfuggiti alle luci di un momento di gloria.

  • Merci chère Maria, une jolie surprise avec ce nouveau billet. Je vais bien sûr, le traduire et le publier dans ta rubrique. Je t'cris de suite.

  • J utilise quotidiennement ma voiture et, très souvent, je branche la clé USB que France m a offerte en juin dernier ......
    Y sont téléchargées les musiques de certains des grands films tournés par notre Charlton ......
    J ai un infini plaisir à les écouter. J en ai même du mal à me concentrer
    sur ma route !!!!!!!
    Je me trouve instantanément plongée dans les films ...
    Je revois les scènes de haine dans Ben Hur , la douceur des rencontres
    avec Esther, la sérénité de l'image du Christ, belle et sensible, les ardeurs guerrières du Cid et de son armée, la longue marche des Hébreux vers la Terre élue.....
    Ces merveilleuses images gravées dans le cœur , l âme, l esprit ....que l on ne peut oublier ......
    Les musiques les transcendent , tantôt rudes, calmes, ou impressionnantes et passionnées
    La grandeur de Rome, la fougue des guerriers de Valence, les plaintes
    des esclaves d Egypte..... autant d images magnifiées par ces splendides et éternelles musiques .
    Voilà France. Ce que je ressens en écoutant ce joli cadeau que vous m avez fait .

    Christiane

  • Merci chère Christiane pour ce joli message. Cela me fait plaisir et me touche.
    Il faut dire que Charlton Heston a eu tout au long de sa carrière de vrais et grands musiciens pour accompagner ses films, les personnages qu'il incarnait et il est vrai que ce grand Monsieur cultivé, sensible à la musique classique, a su s'entourer des meilleurs compositeurs de notre époque.

  • Bonjour " France " !
    Juste pour vous dire que je trouve " Number One " est assez fascinant qui montre une autre facette du talent de " Chuck " ;
    Votre " BLOG " est une vraie merveille car je ne trouverais jamais assez des mots pour le dire . A bientôt " France "

  • Cher Frédéric, c'est toujours avec plaisir que je reçois vos commentaires qui me vont droit au coeur. Je crois que vous allez aimer le billet de Maria, que je viens de publier au sujet du film précisément.
    Oui, ce film NUMBER ONE, fut un tournant dans la carrière de Chuck. Dommage que ce film n'ait pas reçu l'accueil du public. Un sujet peut-être un peu trop difficile pour ceux qui rêvaient de voir Charlton Heston toujours le plus fort.
    Ce fut la grandeur de Charlton Heston d'interpréter certains personnages, plus ambigüs, mais aussi plus près de sa vraie personnalité.
    Merci pour vos mots gentils destinés à mon blog qui est à présent le blog de tous et j'en suis ravie. Bisous d'amitié.

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