" NON SONO L'ANELLO MANCANTE !"
"I AM NOT THE MISSING LINK !" 1965 / 1968. Gli anni difficili. La citazione darwiniana si trova nel cuore del più polare dei film di Chuck dopo Ben Hur: "Il Pianeta delle Scimmie" L'astronauta Taylor la scrive durante il Processo intentato alla dottoressa Zira e all'archeologo Cornelius per affermare la sua natura umana in un mondo alla rovescia, dove le scimmie dominano su una inselvatichita razza umana. Girato nel 1967 il film è messo in circolazione nel 1968, l'anno cruciale della rivolta dei giovani contro le generazioni che li hanno preceduti. Ma è dal 1965 che Chuck vive la sua di rivolta contro un sistema che tende a stereotipare e limitare la sua arte.il tutto comincia con una profonda delusione per l'accoglienza che critica e pubblico riserva a quello che l'attore considera il suo film "perfetto", almeno sino a quel momento. "Il Tormento e l'estasi" è considerato nelle pagine del diario come il suo film migliore. Perfetta la sceneggiatura, perfetta la storia e, senza falsa modestia, perfetta la sua interpretazione. Si chiede Chuck che cosa non ha funzionato e si da una risposta. Michelangelo è troppo lontano da Mosè, da Giuda Ben Hur , da Rodrigo Diaz de Bivar "El Cid". Lontano perfino dal Matt Lewis di "55 giorni a Pechino" . Non è il personaggio connotato da una estrema fisicità. non è l'eroe dei film a grandi budget e del superomismo degli eroi. Il film è nato da una combinazione perfetta di cast, di regia e di intima partecipazione dell'attore alla spiritualità del protagonista congiunta ad una profonda umanità. Si può ripetere il miracolo, anche se non apprezzato dalle platee? Chuck ritiene di avere sino a quel momento lasciata mano libera al complesso industriale hollywoodiano che comunque non gli ha garantito quella libertà di scelta implicita nella volontà di superare i vincoli degli Studi e delle grandi case di produzione rifiutati già al momento del suo debutto. Da ora si farà padrone di se stesso e della sua arte, operando scelte indipendenti e cercando i finanziatori e i collaboratori per ciascuna impresa cinematografica. Purtroppo a partire dal " War Lord" altre delusioni attendono Chuck. Dal '65 al '67 " Will Penny" e "Number One" si rivelano altrettante cocenti delusioni, sino a far traballare la sua autostima. Il western riceve critiche lusinghiere, ma ha scarso successo al botteghino. Peggio ancora "Number One" per cui la produzione decide di limitare la circolazione solo agli Stati Uniti, ritenendo che a parte la non eccelsa qualità del film il soggetto non sembra adatto a platee europee. Due altre avventure cinematografiche sembrano oscillare tra il successo nei paesi anglofoni, come è il caso di "Khartum", e il discreto apprezzamento di "Counterpoint" in Europa. E questo sembra confermare la difficoltà di ottenere risultati apprezzabili con quei film che derivano da scelte indipendenti. Simile il discorso sui costi di produzione dei film che seguono "Il Tormento e l'estasi". Il tempo delle costosissime produzioni è finito. Il cinema europeo con film a bassi costi e, bisogna dire, molta creatività, attrae non solo gli Academy Awards, ma anche gli spettatori statunitensi. Dal Diario: " Domenica 27 gennaio 1963. Con Lydia ho visto "Divorzio all'italiana "; è un film divertente e amaro. Potrebbe l'economia cinematografica degli USA produrre un film così piccolo? Ne dubito. Filmato qui , temo che gli incassi mondali di quest'ottimo film non potrebbero ripagare nemmeno la pellicola usata per girarlo" Anche il mondo degli affetti subisce un duro colpo. Dopo due crisi cardiache il Primo settembre 1966 muore Russell Carter, il padre amato e miracolosamente ritrovato. Per anni punto di riferimento e sostegno di un figlio che ancora soffre per i ricordi di un'infanzia infelice. Un lato confortante può essere la nomina a Presidente del SAG, Screen Actors Guild. E il ruolo pubblico che Lyndon Johnson gli affida come rappresentante degli USA nel mondo delle arti ma anche della politica e della lotta alla povertà. Così sono da leggere le due visite al fronte in Vietnam e la missione in Nigeria. Ancora, proprio dalle riflessioni su "Divorzio all'italiana" nasce l'idea per una fondazione che celebri e protegga la cinematografia americana, vista come una forma d'arte tipica di quel paese. E' il primo accenno alla costituzione dell'American Film Institute e sempre il Presidente Johnson affida a Chuck la partecipazione in seguito la dirigenza del National Endowment for Arts, l'organismo che controlla i finanziamenti statali per progetti nell'ambito artistico. E poi all'improvviso nel 1968 l'enorme successo di PLANET OF THE APES. Girato in meno circa due mesi, con un budget non straordinario, uscito in contemporanea con "2001. Odissea nello spazio" , le scimmie , protagoniste del romanzo di Pierre Boulle, invadono gli schermi di tutto il mondo e entrano nell'immaginario di milioni di spettatori. Anche questa era un'idea dell'ormai totalmente indipendente Charlton Heston. benedetta Serendipity, perché mentre lavora tra gorilla e scimpanzé capita nelle mani di Chuck un libro con uno strano titolo: "Make room, make room". Sarà un altro straordinario successo. " Soylent Green"."
Cambiato il soggetto del mio ultimo “billet”. Ho letto che avresti avuto piacere di sapere qualcosa di più e di più intimo tratto da “The Actor’s Life”, dunque ecco il racconto degli anni della crisi, tra il 1965 e il 1968. E’ una conseguenza del problema se il cinema sia più arte o più industria. E a volte non è possibile far convivere il lato artistico con quello industriale. L’art ou l’argent? . E’ questo il problema. Lo era anche per Michelangelo che non riuscì mai a farsi pagare interamente quanto gli era dovuto da Giulio II né dai suoi discendenti, la famiglia Della Rovere che non mancava di “argent”.
" I AM NOT THE MISSING LINK "
« Je ne suis pas le maillon manquant ". 1965 /1968. Les années difficiles. La citation Darwinienne est au cœur du plus populaire film de Chuck après Ben Hur : " Planet of the Apes ". L 'astronaute Taylor l'écrit au cours du procès intenté aux archéologues Dr Zira et Cornelius pour affirmer sa nature humaine dans un monde bouleversé, où les singes règnent sur une race humaine sauvage.
Tourné en 1967, le film est mis en circulation en 1968, l'année charnière de la révolte des jeunes contre les générations qui les ont précédés. Mais c'est en 1965 que Chuck vit sa révolte contre un système qui tend à stéréotyper et limiter son art.
Tout commence avec une profonde déception causée par les critiques et l'accueil réservé du public à ce que l'acteur considère comme son film «parfait», au moins jusqu'à ce moment-là. "L'agonie et l'extase" est considéré dans les pages de son journal comme son meilleur film. Perfection du scénario, l'histoire parfaite et, sans fausse modestie, son interprétation parfaite.
Chuck se demande ce qui n'a pas fonctionné et comme réponse : Michel-Ange est trop loin de Moïse, Judah Ben Hur, Rodrigo Diaz de Bivar "El Cid". Même loin de Matt Lewis de «55 jours de Pékin". Ce n'est pas le personnage caractérisé par une matérialité extrême. Ce n'est pas le héros ni le superman des films à grands budgets. Le film est né d'une combinaison parfaite de la distribution, réalisateur et intime participation de l'acteur dans la spiritualité du principal protagoniste jointe à une humanité profonde. Pouvez-vous répéter le miracle, même s'il n'est pas populaire auprès du public?
Chuck croit à ce moment qu'il a jusqu'ici laissé les mains libres aux complexes industriels Hollywoodiens qui ne lui ont pas de toute façon, garanti cette liberté de choix implicite dans la volonté de dépasser les liens des Etudes et des grandes maisons de production, déjà rejetés au moment de ses débuts.
A présent, il va maîtriser lui-même son art, en opérant des choix indépendants et recherchant des bailleurs de fonds et des collaborateurs pour chaque entreprise cinématographique.
Malheureusement, à partir de " War Lord ", encore plus de déceptions attendent Chuck. De '65 à '67 "Will Penny " et "Number One " vont révéler beaucoup de déceptions amères, jusqu'à perdre l'estime de soi. Le western reçoit beaucoup d'éloges, mais a peu de succès au box-office. Pire " Number One " pour lequel la production décide de limiter la sortie seulement aux États-Unis, estimant que, hormis l'excellente qualité du film, le sujet ne semble pas approprié pour le public européen.
Deux autres aventures cinématographiques semblent osciller entre le succès dans les pays anglo-saxons, comme c'est le cas avec " Khartoum ", et l'appréciation discrète pour " Counterpoint " en Europe. Et cela semble confirmer la difficulté d'obtenir de bons résultats avec ces films qui découlent de choix indépendants. Comme le discours sur les coûts des films qui suivent la production de " L'extase et l'agonie." Le temps des productions coûteuses est terminé. Le cinéma européen, avec des films et des coûts faibles, il faut le dire, avec beaucoup de créativité, attire non seulement la cérémonie des Oscars, mais aussi les spectateurs américains.
De son Journal : Dimanche 27 janvier1963. " Avec Lydia j'ai vu "Divorce à l'Italienne "; c'est un film amusant et amer. Est-ce que l'économie cinématographique des USA pourrait produire un si petit film ? J'en doute. Filmé ici, je crains que les recettes tirées de ce film ne puissent même pas rembourser le montant de la pellicule utilisée pour cette excellente entreprise, ainsi le monde des émotions en prend un dur coup."
Après deux attaques cardiaques le premier Septembre 1966, Russell Carter meurt, le père aimé et miraculeusement retrouvé. Pendant des années, un point de repère et une référence de soutien pour un fils qui souffre encore des souvenirs d'une enfance malheureuse.
Un côté réconfortant peut-être, la nomination en tant que président de la " SAG " (la Screen Actors Guild), et le rôle public que Lyndon Johnson lui a confié en tant que représentant des Etats-Unis dans les arts, mais aussi dans la politique et dans la lutte contre la pauvreté.
Puis viennent les deux visites sur le front du Vietnam et la mission au Nigeria.
Pourtant, dès les réflexions sur " Divorce à l'italienne ", il voit l'idée d'une fondation qui célèbre et protège le cinéma américain, considéré comme une forme d'art typique de ce pays. «La première allusion à la constitution de " l'American Film Institute " (AFI) et le président Johnson qui peut toujours compter sur la participation de Chuck, suit la direction de la National Endowment for the Arts " NEA ", l'organisme qui surveille le financement de l'Etat pour des projets artistiques.
Et puis soudain en 1968 l'énorme succès de LA PLANETE DES SINGES. Tourné en moins de deux mois, avec un budget pas extraordinaire, sorti en même temps que "2001 A Space Odyssey ", les singes, les protagonistes du roman de Pierre Boulle, envahissent les écrans du monde entier et entrent dans l'imagination de millions de spectateurs. Bien que cette idée soit totalement indépendante de l'entreprise Charlton Heston.
" Serendipity bénie ", parce que tout en travaillant entre les gorilles et les chimpanzés, un livre avec un titre étrange, tombe entre les mains de Chuck : « Make room ! make room ! ". Ce sera un autre grand succès : "Soylent Green. "
Alors nous pourrions conclure cette histoire de la crise entre 1965 et 1968 en disant que c'est une conséquence de savoir si le cinéma est plus un Art ou une industrie. Et parfois, il est impossible de combiner le côté artistique avec l'industriel. Art OU argent ? . C'est le problème !!!
Ce fut cela aussi pour Michel-Ange, qui n'a jamais réussi à se faire payer entièrement de ce qui lui était dû par Jules II ni par ses descendants, la famille Della Rovere qui ne manquait pas " d'argent".
Cette semaine j'ai traduit le billet de Maria qui nous offre une analyse sur le film "L'EXTASE ET L'AGONIE".
Merci chère Maria.
Ho sempre pensato che il personaggio di Michelangelo sia un autentico capolavoro di interpretazione da parte di Charlton Heston. Ho la fortuna di poter seguire il film nella sua lingua originale e apprezzare molte cose che forse vanno perdute in un doppiaggio in un'altra lingua e con un'altra voce. Chuck invece snocciola le sue battute senza retorica, in alcuni momenti a bassa voce. In fondo è un ex-apprendista del Ghirlandaio che la benevolenza dei Medici ha portato alla ribalta di Firenze.
Ma cominciamo dall'inizio. Il film ha avuto una lunghissima preparazione. Mentre Chuck iniziava alla possibile realizzazione di "Warlord" e reduce dalla marcia per i diritti civili nell'agosto del 1963 gli giunse la proposta di incarnare il genio italiano. Ne fu lusingato naturalmente, ma avanti a lui si ponevano i lunghi mesi (autentico tormento con relativamente poca estasi) di "Major Dundee". La preparazione per Michelangelo fu straordinariamente tranquilla e priva delle traversie tra scelta del regista e continue elaborazioni della sceneggiatura, al contrario delle precedenti e successive imprese cinematografiche. La scelta di Carol Reed, il regista del "Terzo Uomo", fu particolarmente felice, anche se Chuck , venendo da esperienze di una conduzione più severa per un personaggio di tale levatura, provò una continua incertezza per il continuo apprezzamento che Reed mostrava per lui. L'unico problema sembrava la possibile rivalità con il co-protagonista Rex Harrison. entrambi gli attori avevano ricevuto pochi anni prima un Oscar. Entrambi venivano da un grande successo di pubblico (Harrison dall'indimenticabile "my Fair Lady"). In termini di sceneggiatura lo spazio scenico di Giulio II , Papa, guerriero, diplomatico, intellettuale, appare più ampio di quello di Michelangelo, ristretto ai tormenti di sequenze abbastanza ripetitive mentre, ridotto a una larva d'uomo, (avete notato come in certe scene cerchi addirittura di ridurre il suo corpo ad una statura più vicina a quella del Fiorentino?) dipinge l'immensa volta della Sistina.
Dunque il film offre, oltre ad altri punti prestigiosi, anche un duello di attori? Sembra. Ma non lo è. Rex Harrison segue con bravura e competenze le sue battute. Chuck le sue, minori di numero e di enfasi, le vive.
Nel suo diario, mentre si avvicina il momento di dar vita all'artista fiorentino, Chuck si documenta, riflette, legge, non solo il libro di Irving Stone, ma anche altro materiale. In particolare una biografia di Giovanni Papini, uno scrittore italiano degli anni '20 e '30 che cerca di riportare alla luce l'nteriorità spirituale dell'artista. Michelangelo partecipò alle inquietudini religiose del suo tempo. In piena maturità si avvicinò ai circoli riformisti che portavano anche in Italia le idee di Lutero e di Calvino. Lo stesso soggetto della volta ne è testimone, rappresentando gli eventi biblici della Genesi. Chuck per l'intera sua vita ha frequentato le comunità religiose a cui sceglieva di appartenere e spesso ha partecipato ai servizi domenicali con sermoni a beneficio delle comunità. Ma la volta ha un legame profondo anche con il Nuovo testamento e l'evoluzione del Cristianesimo. fanno cornice alle scene bibliche i Profeti, e sembra logico, ma anche le Sibille. E queste ci riportano alla temperie dell'Umanesimo e del Rinascimento. Ci sono due momenti particolarmente toccanti nel film, da una parte la confessione della omosessualità a Contessina. Dall'altra la difesa che Michelangelo fa dei suoi personaggi, la cui nudità scandalizza alcuni Cardinali e rallegra altri sostenitori della rivisitazione del mondo classico. Della antica e gloriosa Grecia. Michelangelo reagisce con forza a questa critica. Tra i Greci e il Rinascimento c'è la profondità del pensiero cristiano e la sofferenza del Crocifisso.
In queste due scene Chuck è particolarmente convincente. Non è certamente l'uomo Heston sostenitore dell'omosessualità. Ma basta leggere il suo diario, più che l'autobiografia del 1996 per comprendere come l' artista in fondo deve creare intorno a sé un cerchio che lo separi dalla vita quotidiana e si rinchiuda nella sua solitudine.
Ancora una riflessione. Chuck ha disegnato e dipinto per gran parte della sua vita. Guardate con attenzione la naturalezza dei suoi gesti quando applica il colore, la credibilità di quei movimenti fluidi e potenti allo stesso tempo. Non è un attore che finge di dipingere. E' un pittore che usa la sua arte a beneficio dell'attore.
Anche quindi quelle scene così statiche apparentemente prive di azione sono un capolavoro di comunicazione con lo spettatore. E forse il duello dei due attori non finisce in parità. D'altra parte Rex Harrison non è mai stato Papa.