Je continue la publication des commentaires judicieux de Maria dans cette rubrique que j'ai créée spécialement pour elle. (traduit de l'italien par mon amie Véro).

 Spero davvero di poter leggere questa biografia che sembra poter far luce su una personalità unica quanto controversa, e non mi riferisco al suo attivismo politico negli ultimi infelici anni della sua vita. John Carter e Charlton Heston sono davvero una unica identità ? O hanno convissuto in una immagine unica ma una interiorità separata e a volte conflittuale? In una intervista resa in Inghilterra per la presentazione del diario The actor's life, ad una domanda sullo svelamento di un "inner me" contro un "outer me" Heston ha abilmente evitato la risposta con una battuta di spirito prima e poi con l'affermazione che nella vita non ha mai avuto abbastanza tempo da dedicare all'"Inner me". Da crederci, quando ha specificatamente dedicato una parte della sua grande casa all'Angolo della meditazione. Una bella contraddizione, vero? E quanto contraddittorie sono state certe scelte artistiche come il Poliziotto messicano di Touch of Evil o l'autodistruttivo antieroe Amos Dundee ? Quanto ha pesato su tutta la sua vita una infanzia di abbandono e privazioni? Quanto ha pesato l'assenza di un padre che riesce a recuperare, ormai trentenne, solo attraverso l'elenco del telefono? In due diverse interviste la figlia Holly da una parte sconfessa l'immagine severa e autoritaria che molti avevano di Charlton Heston dall'altra rievoca la difficoltà del padre a parlare di se stesso mettendo a nudo i suoi sentimenti. Nelle prime strazianti pagine di "In the Arena" il quadro dell'America negli anni della grande depressione vede questo bambino poco più che decenne strappato alla sua famiglia e al suo ambiente d'origine vagare al seguito di sua madre e del marito di lei da una città all'altra, da una cittadina all'altra , in abitazioni sempre più misere , sino ad arrivare all'accampamento dei vagabondi ritratto da Steinbeck in "The Grapes of Wrath " (" Furore" in italiano) che si nutre grazie alla generosità di altri. Non sono cose facili da dimenticare. Sono cose che ti segnano nel profondo. Nella famiglia di mio marito ho sentito storie terribili di quel periodo, anche se le condizioni economiche della famiglia Long non erano paragonabili a quelle di Chester e Lilla Heston. Eppure la desolazione era tale che una delle sorelle minori di mia suocera si tolse la vita a 16 anni, non riuscendo a sopportare il dolore che piagava l'animo degli Americani negli anni '30. Spero che Eliot abbia concesso abbastanza spazio a questi primi due decenni di vita del nostro Chuck. E spero soprattutto di riuscire ad acquistare il suo libro, dal momento che per due volte Amazon ha rifiutato la mia prenotazione